a cura di Roberto Bazzani
Musicista, compositore, direttore d’orchestra, insegnante, musicologo e saggista, Gunther Alexander Schuller nasce a New York, nel Queens, il 22 novembre 1925 da genitori tedeschi. Il padre, Arthur, è violinista nella New York Philharmonic. Studia il corno francese ed il flauto, diventando un musicista professionista all’età di 15 anni presso l’American Ballet Theatre, poi alla Cincinnati Symphony Orchestra ed infine alla Metropolitan Opera Orchestra di New York dove suonerà il corno francese fino al 1959.
Oltre alla musica classica, comincia ad interessarsi al jazz partecipando alla registrazione di quattro brani nel 1950 (Deception, Rocker, Moon Dreams e Darn that Dream) con il nonetto di Miles Davis sotto la direzione di Gil Evans. In questa formazione sono presenti, oltre allo stesso Davis alla tromba e Schuller al corno francese, anche J. J. Johnson al trombone, Bill Barber alla tuba, Lee Konitz al sax contralto, Gerry Mulligan al sax baritono, John Lewis al piano, Al McKibbon al contrabbasso e Max Roach alla batteria. Nell’ultimo brano si aggiunge Kenny Hagood alla voce. L’impasto timbrico, grazie alla presenza di strumenti inconsueti come il corno francese e la tuba, è assolutamente inedito per il jazz di quel tempo, in cui il bebop, con le sue sonorità taglienti ed i brani scattanti, la faceva da padrone. Qui invece l’atmosfera è leggera e rilassata, per cui quella musica viene ribattezzata Cool Jazz. A questo stile si rifarà molto del jazz californiano degli anni a venire. Schuller, negli anni 50, si interesserà della contaminazione fra jazz e musica classica dando vita, insieme a John Lewis, alla Modern Jazz Society e scrivendo vari lavori per quella che sarà definita “Third Stream Music”.
Dal 1960 in poi l’attività di Schuller sarà dedicata principalmente alla composizione ed all’insegnamento, oltre alla saggistica. Sarà presidente del New England Conservatory e curerà le attività estive della Boston Symphony Orchestra, diventando il direttore artistico del Tanglewood Music Center dal 1970 al 1984 e creando il Tanglewood Festival of Contemporary Music. Cura l’orchestrazione dell’unica opera ragtime di Scott Joplin del 1911 “Treemonisha” per la Houston Grand Opera, registrata da Deutsche Grammophon nel 1975. Dà alle stampe “Early Jazz” (in Italia "Il Jazz Classico”) e “The Swing Era – The Development of Jazz, 1930-1945”, in Italia edito in quattro distinti volumi, due contributi essenziali per approfondire lo studio della musica jazz delle origini.
Nel 1989 dirige l’orchestra che eseguirà “Epitaph” di Charles Mingus, una monumentale suite in 19 movimenti per un organico di oltre 30 elementi per circa 500 pagine di musica scritta, ritrovata casualmente fra gli scritti dello stesso Mingus.
Chi scrive queste note ha avuto la fortuna di assistere all’esecuzione di questa opera il 31 agosto 1990 a Tanglewood, Massachusetts, una splendida location nelle Berkshire Hills (un immenso prato verde dove la gente, prima dell’esibizione, consuma un picnic), da parte di un’orchestra composta, fra gli altri, da alcuni ex-mingusiani, come Eddie Bert, Jack Walrath e George Adams, ed altri straordinari musicisti come Randy Brecker, Jon Faddis, John Hicks, Kirk Lightsey, Rufus Reid ed il figlio di Gunther Schuller, Ed.
Un concerto che resterà indelebile nella mia memoria
Dal 1993 fino alla morte, Schuller sarà direttore artistico del Northwest Bach Festival di Spokane, Washington State. Nel 2005 la Boston Symphony Orchestra, il New England Conservatory e l’Università di Harvard gli dedicheranno un festival intitolato “I Hear America”, in cui vengono eseguite sue composizioni. Gunther Schuller muore il 21 giugno 2015 a Boston, Massachusetts. Due suoi figli sono affermati musicisti: Ed, contrabbassista e George, batterista.


