Centenari 2025: “Teo” Macero (1925 - 2008)

Pubblicato il 29 ottobre 2025 alle ore 16:40

a cura di Roberto Bazzani

Attilio Joseph “Teo” Macero

30 ottobre 1925, Glens Falls, New York

19 febbraio 2008, Riverhead, New York

L’importanza di Attilio Joseph “Teo” Macero nella storia del jazz è data non tanto dalla sua attività come musicista – era comunque un ottimo sassofonista – e compositore, quanto come produttore musicale. Sotto la sua supervisione, infatti, sono stati prodotti alcuni dei dischi più belli ed iconici della storia del jazz, e la cura dell’editing di alcuni lavori, pur con molte polemiche, ha fatto scuola.

Teo Macero nasce a Glens Falls, New York, il 30 ottobre 1925. Nel 1948 si trasferisce a New York City, dove frequenta la Juilliard School of Music, studiando composizione. Nel 1953, assieme a Charles Mingus, fonda il Jazz Composers Workshop, nel quale suona sax tenore e baritono, comparendo in alcuni dischi a nome di Mingus. Sempre nel 1953 registra per l’etichetta Debut “Explorations”, il primo album a suo nome, a cui faranno seguito “What’s New?”  - Columbia 1956 e “Teo”  - Prestige 1957. In questi album Macero alterna il sax tenore al contralto, mentre le composizioni, specie quelle in “What’s New?”  fanno riferimento alla Third Stream, una contaminazione fra jazz e musica classica teorizzata all’epoca da musicisti come Gunther Schuller e John Lewis. 

Nel 1957 diventa produttore per la Columbia ed in questa veste raggiungerà la notorietà facendo incidere per questa etichetta i musicisti più importanti. Sarà infatti responsabile dei contratti esclusivi di Thelonious Monk e Charles Mingus, i quali daranno alla luce album fondamentali come “Monk’s Dream” e “Underground” il primo e “Mingus Ah Um” il secondo. Produce inoltre dischi - tanto per fare alcuni nomi - di Duke Ellington, Ella Fitgerald, Count Basie, Tony Bennett, Stan Getz, oltre a più di 100 album di musica classica. Ma il vertice della sua produzione si toccherà con due album fra i più venduti della storia del jazz, ossia “Time Out” di Dave Brubeck, dove è contenuto il famosissimo “Take Five” e “Kind of Blue” di Miles Davis, da molti critici ed appassionati considerato il migliore album di jazz di sempre – per quanto le graduatorie possano avere un senso nell’arte di qualsiasi tipo.

Proprio la collaborazione con Davis sarà importante anche per un ulteriore aspetto che contraddistinguerà i lavori della svolta elettrica di Davis (da “In a Silent Way” in poi), ossia l’attività di editing. Fino ad allora, in genere, la pubblicazione dei brani su disco avveniva semplicemente tramite la scelta fra varie takes del brano stesso, ossia si faceva eseguire lo stesso bano varie volte, fino a che non si arrivava alla versione giudicata pubblicabile su disco.

Nei dischi di Davis, soprattutto in “Bitches Brew”, questo procedimento viene sostituito dall’assemblaggio alla console di vari momenti musicali non necessariamente suonati in sequenza. Il prodotto finito è pertanto qualcosa di profondamente diverso da ciò che è stato suonato dai musicisti.

Le profonde conoscenze musicali di Macero e la sua abilità in queste manipolazioni sonore trovano il consenso di Davis stesso, ma non quello di molti critici che lo accusano di aver creato un prodotto di laboratorio, togliendo spontaneità alla musica. La sue tecniche di editing saranno apprezzate invece da musicisti di varia estrazione, sia classico-contemporanea, come Edgard Varèse, che rock, come Brian Eno. Il sodalizio con la Columbia termina nel 1975, anche se saltuariamente Macero continuerà a produrre dischi per quell’etichetta. Teo Macero muore nel sonno il 19 febbraio 2008, nella sua casa di Riverhead, New York.