a cura di Roberto Bazzani

William Robert “Bill” Dixon
Nantucket, Massachusetts, 5 ottobre 1925
North Bennington, Vermont, 16 giugno 2010
Artista a tutto tondo – non solo musicista, ma anche performer, creatore di balletti, pittore – William Robert “Bill” Dixon, nasce a Nantucket, Massachusetts, il 5 ottobre 1925, ma si trasferisce con la famiglia nel 1934 a New York, nel quartiere di Harlem. Dopo aver prestato servizio militare in Germania, studia la tromba al conservatorio, grazie ai sussidi per gli ex militari. Allo stesso tempo studia pittura alla Boston University. Dal 1956 al 1962 lavora alle Nazioni Unite, dove fonda la United Nations Jazz Society.
Come abbiamo visto, Dixon si avvicina relativamente tardi allo studio della musica rispetto ai sui coetanei, ed è per questo motivo che salta le fasi precedenti della musica jazz per approdare direttamente al jazz informale, o free jazz, che si sviluppa negli anni 60 del ‘900.
Nel 1964 organizza la Rivoluzione d’Ottobre nel Jazz, quattro giorni di musica e discussioni nel Cellar Cafè di Manhattan (dal 1 al 4 ottobre), che comprende la partecipazione di artisti come Cecil Taylor, Sun Ra, John Tchicai, Roswell Rudd, Paul Bley, Jimmy Giuffre, Giuseppi Logan ed altri. La manifestazione ha un grande successo di critica ed apre la stagione dei concerti autoprodotti, a cui farà seguito la nascita della Jazz Composers Guild, una sorta di cooperativa nata per difendere i diritti dei musicisti nei confronti dei proprietari di locali.
Come trombettista, Dixon aveva inciso con Archie Shepp nel 1962 nell’album “Archie Shepp – Bill Dixon Quartet”, registrato con Shepp al sax tenore, Don Moore al contrabbasso e Paul Cohen alla batteria. Nel brano “Peace” di Ornette Coleman, al contrabbasso c’è Reggie Workman e alla batteria Howard McRae. Il disco rappresenta la prima registrazione sia per Dixon che per Shepp e raccoglie ottime recensioni. Nonostante questo, Dixon non registra molto in questi anni e nel 1967 esce il primo album interamente a suo nome “Intents and Purposes” per la RCA Victor con una formazione allargata. Un anno più tardi sarà presente in “Conquistador!” , disco Blue Note di Cecil Taylor.
Dal 1968 al 1995 dedicherà la maggior parte delle sue energie all’insegnamento presso il Bennington College di Bennington, Vermont, dove fonda il dipartimento di Black Music. A partire dagli anni 80 viene chiamato spesso in Italia, dove si esibisce al Festival Jazz di Verona, e dove registra molti dischi per l’etichetta Soul Note di Giovanni Bonandrini. Fra questi, ricordiamo “In Italy – vol. 1 e 2” del 1980 e 1981, “Son of Sisyphus” del 1990, “Vade Mecum – I e II” del 1994 e 1996, “Papyrus – vol. 1 e 2” del 2000 (con Tony Oxley). Le copertine di questi dischi sono tutte opere di Dixon stesso, informali come la musica in essi contenuta, ma di grande spessore artistico. Oltre alla tromba, Dixon si cimenta in queste registrazioni anche al pianoforte.
Muore nel sonno il 16 giugno 2010 nella sua casa di North Bennington, Vermont. Uomo schivo ma gentile, non ha mai piegato la sua arte alle logiche di mercato. Autore ed interprete di una musica certamente non facile, ripaga l’ascoltatore attento con intense emozioni.
