Centenari 2025: Mal Waldron (1925 - 2002)

Pubblicato il 14 agosto 2025 alle ore 18:00

a cura di Roberto Bazzani

Mal Waldron

New York, 16 agosto 1925 – Bruxelles, 2 dicembre 2002

Sembra uno strano gioco del destino che Malcolm Earl “Mal” Waldron (New York 16 agosto 1925 – Bruxelles, Belgio, 2 dicembre 2002), sia nato il giorno successivo ad un altro grande pianista, ossia Oscar Peterson. Se volessimo descrivere i due estremi del piano jazz, potremmo ricorrere ad un paragone fra i due: magniloquente e virtusistico l’uno (Peterson), riflessivo, spigoloso, quasi lunare l’altro (Waldron).

Mal inizia a suonare il sax alto, ma l’ascolto di Charlie Parker, del quale si rende ben presto conto che non potrà mai emulare la stupefacente velocità negli assolo, lo convince a dedicarsi allo studio del pianoforte. Il suo esordio discografico avviene nel 1952 con il sassofonista Ike Quebec, poi suonerà con Charles Mingus con il quale inciderà Pithecanthropus Erectus. Nella seconda metà degli anni 50 suonerà con tutti i maggiori jazzisti per l’etichetta Prestige, fra i quali Jackie McLean, Gene Ammons, Kenny Burrell, John Coltrane e Phil Woods. Sarà il pianista di Billie Holiday fra il 1957 e il 1959.

Nel 1963, mentre è in tournée con Max Roach e Abbey Lincoln, una overdose di eroina gli comporterà seri problemi, fra cui la perdita della memoria, ed addirittura tornerà a suonare il piano dopo un anno dall’incidente imparando dalle sue stesse registrazioni. Il suo stile pianistico risentirà dell’accaduto, facendosi maggiormente introspettivo ed accostandosi allo stile di Thelonious Monk, soprattutto per quanto riguarda il registro basso della tastiera.

Negli anni 60 viaggerà molto in Europa, prenderà casa in Italia a Bologna e a Roma, fino a stabilirsi definitivamente, nel 1967, a Monaco di Baviera. La sua scelta di espatriare nel vecchio continente è frutto della ricerca di una maggiore libertà di espressione, nonché di maggiori diritti anche in termini di paga nei confronti dei musicisti bianchi. 

Nel 1969 registrerà quello che sarà il primo disco dell’etichetta ECM di Menfred Eicher Free at Last (in trio con Isla Eckinger al contrabbasso e Clarence Becton alla batteria) , mentre nel 1971 inaugurerà le registrazioni di un’altra etichetta tedesca, la Enja, con il disco live Black Glory inciso in trio con Jimmy Woode al contrabbasso e Pierre Favre alla batteria. Contemporaneamente avrà un buon successo in Giappone, dove farà numerose tournée e dove conoscerà la sua seconda moglie.

Le sue incisioni negli anni 70 sono numerose ed includono sia performances in piena solitudine che in due quartetti (il primo con Joe Henderson, Herbie Lewis e Freddie Waits, il secondo con Charlie Rouse, Calvin Hill e Horacee Arnold) o in duo con Cameron Brown.

Negli anni 80 e 90 viene chiamato spesso in Italia sia per incidere che per esibirsi dal vivo in varie rassegne. Con Steve Lacy al sax soprano si dedica alla rivisitazione dei repertori di Duke Ellington e Billy Strayhorn (Sempre Amore - 1986) e  di Thelonious Monk (I Remember Thelonious – 1992). Il 22 luglio 1991 il duo si esibisce a Siena, in Piazza Gramsci, nell’ambito della Rassegna Nazionale del Jazz Italiano “Città di Siena”.

Nelle sue ultime registrazioni farà ricorso molto spesso alla formula del duo. Come lo stesso Waldron dichiarerà: “Il jazz è come una conversazione. Farlo faccia a faccia è più diretto, più forte e più accurato”.

Suonerà fino alla fine dei suoi giorni, ad appena due settimane dalla morte, avvenuta a Bruxelles il 2 dicembre 2002, a causa di un cancro.

Pianista dallo stile sicuramente non accademico ma dotato di una forte carica emotiva, difficilmente etichettabile (bop? free?), ha sicuramente il merito di essere sempre stato coerente con la sua poetica, e questo fa di lui un grande artista.